di FEDERICA BARELLA
Dopo il triplo furto consumato ai danni dei Civici musei del Castello, dopo il ritrovamento delle stesse opere (tra cui un Giandomenico Tiepolo) e dopo i primi giorni di sconcerto e in qualche modo anche imbarazzo da parte dei vertici del Comune, ieri è arrivata la notizia più attesa anche se non la più scontata. L’amministrazione comunale ha infatti annunciato un’indagine interna «per accertare eventuali responsabilità ai vari livelli».
Riportate a casa, anzi in museo, le 33 monete toscane e i due quadri, uno di Giandomenico Tiepolo e l’altro di Giulio Quaglio (valore per ciascuno di questi ultimi due pezzi, rispettivamente, di 250 mila e 50 mila euro), l’esecutivo comunale ora ha deciso di concentrarsi su come sia potuto accadere un fatto del genere. Anche perchè, secondo i rilievi delle telecamere e secondo la stessa ricostruzione dei carabinieri, a compiere i furti sarebbe stato proprio un dipendente comunale (già dipendente dei musei), che è stato denunciato a piede libero con l’accusa di furto aggravato, mentre altre due persone individuate, si trovano sempre a piede libero, con l’accusa invece di ricettazione aggravata.A decidere di avviare una indagine interna è stato direttamente il sindaco Furio Honsell assieme all’assessore alla cultura Luigi Reitani. Ma cosa dovrebbe servire questa indagine interna? «Innanzitutto verificare le responsabilità di un danno d’immagine e di sostanza subìto in questa vicenda». «Questa indagine interna – hanno precisato poi il sindaco di Udine, Furio Honsell, e l’assessore comunale alla cultura, Luigi Reitani – serve per accertare a ogni livello le responsabilità individuali. Allo stesso tempo e con estrema urgenza – hanno spiegato sindaco e assessore - procederemo a un ulteriore rafforzamento delle misura di sicurezza su cui siamo già intervenuti quest’anno con il miglioramento del sistema di registrazione e con l’installazione di nuove telecamere che hanno permesso di riprendere il momento del furto».E proprio per dare ulteriore corpo a queste iniziative già oggi si terrà una prima riunione operativa a palazzo D’Aronco tra sindaco, assessore alla cultura e direttore generale, per fare il punto sulla situazione e cercare di appurare ruoli e implicazioni delle persone coinvolte.Il Comune non ha voluto mancare, comunque, di sottolineare il ruolo e la collaborazione ricevuta in questi giorni dalla squadra del Norm dei carabinieri di Udine. «Vogliamo ringraziare i carabinieri per aver recuperato con tempestività ed efficacia encomiabile le opere d’arte trafugate dai Civici musei, dimostrando l’impegno dell’Arma verso le istituzioni cittadine e il patrimonio artistico di tutta la collettività».Parallelamente all’indagine del Comune, in questi giorni prosegue anche l’inchiesta dei carabinieri, sia per accertare eventuali sviluppi (come ad esempio se i furti sono stati fatti su commissione e se c’era già un acquirente per i due quadri recuperati in un fienile nell’hinterland udinese); sia anche per capire da dove provenga il resto del materiale recuperato, non appartenente ai Civici musei, tra cui ad esempio le sei monete d’oro, tutti esemplari quasi unici e dal valore inestimabile.
Riportate a casa, anzi in museo, le 33 monete toscane e i due quadri, uno di Giandomenico Tiepolo e l’altro di Giulio Quaglio (valore per ciascuno di questi ultimi due pezzi, rispettivamente, di 250 mila e 50 mila euro), l’esecutivo comunale ora ha deciso di concentrarsi su come sia potuto accadere un fatto del genere. Anche perchè, secondo i rilievi delle telecamere e secondo la stessa ricostruzione dei carabinieri, a compiere i furti sarebbe stato proprio un dipendente comunale (già dipendente dei musei), che è stato denunciato a piede libero con l’accusa di furto aggravato, mentre altre due persone individuate, si trovano sempre a piede libero, con l’accusa invece di ricettazione aggravata.A decidere di avviare una indagine interna è stato direttamente il sindaco Furio Honsell assieme all’assessore alla cultura Luigi Reitani. Ma cosa dovrebbe servire questa indagine interna? «Innanzitutto verificare le responsabilità di un danno d’immagine e di sostanza subìto in questa vicenda». «Questa indagine interna – hanno precisato poi il sindaco di Udine, Furio Honsell, e l’assessore comunale alla cultura, Luigi Reitani – serve per accertare a ogni livello le responsabilità individuali. Allo stesso tempo e con estrema urgenza – hanno spiegato sindaco e assessore - procederemo a un ulteriore rafforzamento delle misura di sicurezza su cui siamo già intervenuti quest’anno con il miglioramento del sistema di registrazione e con l’installazione di nuove telecamere che hanno permesso di riprendere il momento del furto».E proprio per dare ulteriore corpo a queste iniziative già oggi si terrà una prima riunione operativa a palazzo D’Aronco tra sindaco, assessore alla cultura e direttore generale, per fare il punto sulla situazione e cercare di appurare ruoli e implicazioni delle persone coinvolte.Il Comune non ha voluto mancare, comunque, di sottolineare il ruolo e la collaborazione ricevuta in questi giorni dalla squadra del Norm dei carabinieri di Udine. «Vogliamo ringraziare i carabinieri per aver recuperato con tempestività ed efficacia encomiabile le opere d’arte trafugate dai Civici musei, dimostrando l’impegno dell’Arma verso le istituzioni cittadine e il patrimonio artistico di tutta la collettività».Parallelamente all’indagine del Comune, in questi giorni prosegue anche l’inchiesta dei carabinieri, sia per accertare eventuali sviluppi (come ad esempio se i furti sono stati fatti su commissione e se c’era già un acquirente per i due quadri recuperati in un fienile nell’hinterland udinese); sia anche per capire da dove provenga il resto del materiale recuperato, non appartenente ai Civici musei, tra cui ad esempio le sei monete d’oro, tutti esemplari quasi unici e dal valore inestimabile.

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